Il creatore delle "Macchine della Morte"

Un filo che parte dalla "Bus Bomb Letter" di Zodiac, passa da Milano,Brescia,Bologna, da Una Bomber, e porta fino alle stragi di mafia dei primi anni '90

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  1. JimMorrison84
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    Paladino di prima linea della Compagnia del Panino

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    Ho deciso di creare un apposito tread, dove analizziamo e discutiamo l'ipotesi dei delitti portati avanti tramite la metodologia "By fire", o meglio forse dire "By bomb".
    In questo modo raduniamo in un unico tread una serie di dati:

    - Le analisi sulla Bus Bomb Letter di Zodiac.
    - Le analisi della coincidenza tra le date delle trasferte di baseball della squadra preferita di Jb (di cui è stato Presidente) e gli attentati di Brescia e Bologna.
    - La testimonianza di Alfredo Virgillito (scoperta da Dedo) nell'indagine condotta dal Maresciallo Giraudo sulla strage di Piazza Fontana al Banco dell'Agricoltura di Milano, e gli altri attentati simultanei di Roma, che incolpa un fantomatico Joe agente segreto che avrebbe conosciuto ed incontrato in diverse occasioni. Nello stesso fascicolo il canale di collegamento tra i due governi,si andò effettivamente ad individuare nel nostro, l'unico corrispondente alle caratteristiche in possesso ed in servizio, anche se si concluse che non poteva essere lui per alcune motivazioni, che non me la sento di definire totalmente scagionanti, e mi fa riflettere anche che individuarono diretti proprio lui.
    Allego in ogni caso il link:
    https://stragedistato.files.wordpress.com/...ito-p-67-82.pdf
    - Le analisi sulle strane coincidenze intorno ai delitti del mai identificato Una Bomber.
    - Un serie di collegamenti inquietanti, tra quest'ultimo caso e le stragi di mafia di primi anni '90.

    CITAZIONE (JimMorrison84 @ 6/6/2020, 08:12) 
    Mi trovi spesso d'accordo...
    Sullo schema della bomba, non mi sento di dire che era tanto rudimentale...anzi. Mi sembra un progetto abbastanza complesso.

    www.zodiacciphers.com/bus-bomb-letter.html

    "Hey pig doesnt it rile you up to have your noze rubed in your booboos?
    If you cops think I'm going to take on a bus the way I stated I was, you deserve to have holes in your heads.
    Take one bag of ammonium nitrate fertilizer + 1 gal of stove oil & dump a few bags of gravel on top + then set the shit off + will positivily ventalate any thing that should be in the way of the blast.
    The death machine is all ready made. I would have sent you pictures but you would be nasty enough to trace them back to developer + then to me, so I shall describe my masterpiece to you. The nice part of it is all the parts can be bought on the open market with no questions asked.
    1 bat. Pow clock -- will run for aprox 1 year
    1 photoelectric switch
    2 copper leaf springs
    2 6V car bat
    1 flash light bulb + reflector
    1 mirror
    2 18" cardboard tubes black with shoe polish inside + oute
    the system checks out from one end to the other in my tests. What you do not know is whether the death machine is at the sight or whether it is being stored in my basement for future use. I think you do not have the manpower to stop this one by continually searching the road sides looking for this thing. + it wont do to re roat + re schedule the busses because the bomb can be adapted to new conditions.
    Have fun!! By the way it could be rather messy if you try to bluff me. PS. Be shure to print the part I marked out on page 3 or I shall do my thing.
    To prove that I am the Zodiac, Ask the Vallejo cop about my electric gun sight which I used to start my collecting of slaves.
    "


    Ovviamente, ha scelto di usare componenti di uso comune (e non provenienti dal mondo militare), ma anche alcune soluzioni strane, come la cellula switch fotoelettrica.
    è un progetto originale, di chi conosce di cosa sta parlando, ha visto diversi altri schemi, ed ha le conoscenze e capacità di crearne uno suo.
    E specialmente per la miscela esplosiva usa:

    "Take one bag of ammonium nitrate fertilizer + 1 gal of stove oil & dump a few bags of gravel on top + then set the shit off + will positivily ventalate any thing that should be in the way of the blast."

    "Prendi una busta di fertilizzante al nitrato di ammonio + 1 gallone di olio per stufa e versa sopra alcune buste di ghiaia + quindi fai esplodere la merda + potenzierà positivamente qualsiasi cosa che dovrebbe essere sulla strada dell'esplosione
    ."

    Un chimico, con addestramento avanzato, che ha anche la passione del giardinaggio. Chi è appassionato di piante, può avere accesso a precursori chimici chiave, come il nitrato di ammonio, che viene normalmente utilizzato come concime.
    La stessa persona sa che va combinato con l'olio di stufa (gasolio o nafta) e pure nelle corrette proporzioni.
    Sotto ho postato le voci di riferimento, ovviamente si riferiva all'ANFO.
    In Italia in tempi successivi, probabilmente, ipotizzo, si sia fregato il Semtex dai Nasco al Nord-Est, poco prima che venissero smantellati ed il contenuto trasferito in Sardegna.
    Per quanto il nostro abbia conoscenze molto avanzate, credo sia impossibile fare plastico di quel tipo in casa.
    E per i casi che hai accennato Doc, solo il plastico ha una potenza esplosiva tale in rapporto alla massa.
    Per avere un risultato simile con il nitrato d'ammonio e l'olio di stufa penso gli servivano un paio di camion pieni...
    Penso inutile che vi ricordo il raffronto che ha fatto Panino tra questo schema, ed il disegno che Joe ha consegnato al processo Pacciani con la mappa di casa sua e della tenda dei francesi.


    https://it.wikipedia.org/wiki/Nitrato_d%27ammonio

    https://it.wikipedia.org/wiki/ANFO

    Mi chiedo se la miscela usata nelle bombette di legno all'interno dei pacchi anonimi mandati nei mesi scorsi sia la stessa...
    E se per caso anche in questa circostanza, nel meccanismo di detonazione è stato usato un componente foto-sensibile (che si attiva appunto all'apertura) come descritto nello schema di Zodiac.


    www.lastampa.it/cronaca/2020/03/11...roma-1.38578654

    CITAZIONE (Fosforo @ 6/6/2020, 16:14) 
    I vostri interventi sono sempre di qualità! A proposito di bombe e Nord-Est, sembra che praticamente tutti gli ordigni preparati dal più serio ma ironico e sprezzante del pericolo fra gli 'Unabombers' attivi nel Triveneto (quello che il 24 marzo 2003 va a collocare un ordigno nel bagno degli uomini adiacente all'aula 'Falcone e Borsellino' [situato per giunta sullo stesso piano dell'ufficio dell'allora Procuratore Domenico Labozzetta che indagava su Unabomber] del Palazzo di Giustizia di Pordenone, tanto per dire), contenessero una miscela di fertilizzanti e diserbanti con prevalenza di clorato di sodio mescolato con zolfo, nitrato di sodio e nitrato di ammonio. Si sarebbe oltretutto fatto molto presto a fare una capatina dagli amici della Herbatech di Verona per un po' di spese!

    Per quanto riguarda le fotocellule, l'azienda Telcoma S.r.l. di Conegliano in provincia di Treviso (originariamente Telcoma System S.p.A. di Fagarè della Battaglia ma non ne sono totalmente sicuro), si occupa proprio della loro produzione. Il 25 aprile 2003 a Fagarè della Battaglia sul greto del fiume Piave, esplode un ordigno installato all'interno di un evidenziatore giallo. E dato che in fondo tutto è collegato, sembrerebbe inoltre che i telecomandi utilizzati per far detonare le cariche di esplosivo della Strage di Capaci e della Strage di Via D'Amelio siano stati fabbricati proprio dalla stessa ditta.

    CITAZIONE (JimMorrison84 @ 18/6/2020, 18:15) 
    Volevo effettuare una rettifica circa la precedente analisi dello schema dell'ordigno di zodiac, dopo essermi visto bene lo schema.
    Il funzionamento delle due cellule fotosensibili agisce in questo preciso modo:
    Una delle due cellule la B è posizionata in una posizione sopraelevata, e quando è colpita dalla luce, apre il circuito.
    La A invece, sembra posizionata nascosta sotto il bus, e quando è colpita chiude il circuito.
    Per cui a rigor di logica, il testo un po' sconclusionato successivo, può voler dire implicitamente solo una cosa.
    In una giornata nuvolosa, la B chiude il circuito, per cui se si ha la possibilità di attivare manualmente la A, avrebbe creato una metodologia di attivazione a distanza, non radio, (per cui non soggetta ad interferenze).
    Ora, occhio, e croce, per farlo manualmente, in una giornata nuvolosa, credo che un puntatore laser, come quello per i fucili, sarebbe sufficiente.
    Vi dico questo, perchè sulla tematica della peculiare capacità nel creare originali meccanismi di detonazione, voglio tornare su degli altri casi, che voglio trattare e analizzare minuziosamente:

    1- Il caso Una Bomber, per esempio quando inventò il meccanismo casuale spazio temporale di innesco mediante il fiume (venne così definito dalla stessa squadra scientifica che si occupò del caso), in cui abbandonò alla corrente una bottiglia con un apparente finto messaggio.

    https://ricerca.repubblica.it/repubblica/a...-unabomber.html

    "A stupire i detective, infine, un dettaglio abbastanza inedito nella tecnica di Unabomber. L' utilizzo di quello che qualcuno ha definito un "innesco naturale", ovvero il fiume, che non ha permesso al bombarolo di scegliere con precisione il suo obiettivo, e nemmeno di collocare l' esplosione nello spazio e nel tempo. Secondo la ricostruzione, Unabomber avrebbe infatti abbandonato l' ordigno giù da uno dei tanti ponti che ci sono nei canali affluenti del Livenza, affidando così ai venti e alle correnti la selezione del bersaglio, che potevano essere alcune manifestazioni sportive che si tengono in questo periodo sulle acque del fiume oppure le spiagge di Caorle, affollate nei recenti giorni festivi."

    2- Il secondo caso, riguarda 3 fatti siciliani, che ritengo tra di loro collegati, e dall'ultimo intervento di Fosforo che mi ha segnalato la Telcoma, mi si è aperto un mondo, dove sembra aleggiare la stessa oscura presenza...

    I- Fallito attentato dell'Addaura.
    II- Strage di Capaci.
    III- Strage di Via D'Amelio.

    Vi dico la mia ipotesi a larghe linee, che vorrei in seguito sviluppare:

    Come riportato dalla recente inchiesta giornalistica del programma televisivo "Atlantide", l'attentato dell'Addaura, sarebbe stato preceduto, da una scoperta di Falcone, dei famosi collegamenti tra Cosa Nostra ed i servizi deviati.
    Per cui si crea un urgenza, ed una direttiva precisa ai vertici di Cosa Nostra, di portare avanti l'attentato dell'Addaura in fretta e furia.
    La mia ipotesi, è che quel primo attentato, fu operativamente organizzato da Cosa Nostra, che fece fiasco, e le motivazioni del fiasco, a mio parere, da quello che ho potuto apprendere, erano dovute al fatto, che quel tipo di ordigno e relativo detonatore, era roba da principianti in confronto ad i due venuti dopo.
    Se non dico una sciocchezza, anche se la memoria di varie ricostruzioni mi suggerisce questo, fu utilizzato un telecomando per modellini radiocomandati.
    Gli attentatori, fallirono, e vennero anche visti ed individuati, in quanto probabilmente come riportato sempre dalle varie ricostruzioni, erano su un gommone a poche centinaia di metri.
    Dopo questa figuraccia, ipotizzo sia stato mandato il numero 1. Big Joe, e qui si aprono i nuovi scenari dell' ombra americana, della testimonianza sullo strano soggetto italoamericano con le caratteristiche arcinote, che venne a fare scuola allo stato maggiore stragista corleonese, e della telefonata dal residence del Minnesota.
    E lo sapete perchè? Perchè ho scoperto che il sistema usato successivamente, era roba di altro livello.


    www.misteriditalia.it/lamafia/cosa-...imeindagini.pdf



    "Le ricerche esperite successivamente dal suo ufficio portarono all’individuazione del fabbricante, la
    “Telcoma System” di Treviso, che venne successivamente contattata; un ingegnere responsabile
    della produzione riconobbe la scheda come proveniente da uno degli apparati riceventi prodotti
    dalla “Telcoma” e collaborò poi per l’identificazione dell’apparecchio cui la scheda era appartenuta.
    Infatti, sulla scheda l’ingegnere individuò un componente che era stato impiegato nella produzione
    fino ad una certa data, così isolando un periodo di tempo entro il quale l’apparecchio era stato
    prodotto.
    L’ingegnere riferì che l’apparecchio in questione era stato prodotto in circa quattrocento esemplari
    ma non poté dare indicazioni utili per risalire all’acquirente.
    In quella stessa occasione la Polizia Scientifica provvide all’acquisto di un apparato trasmittente e
    ricevente analogo a quello cui era appartenuta la scheda, per poi effettuare i necessari studi
    comparativi.
    Il teste ha proseguito riferendo che nel setacciamento del teatro dell’esplosione venne anche
    individuato un pezzo di lamiera con un cavo coassiale inserito. I successivi accertamenti compiuti
    permisero di appurare che la lamiera apparteneva alla scocca della “126” esplosa e che, secondo i
    tecnici della “Telcoma”, il cavetto non faceva parte della dotazione originale dell’apparecchio, ma
    ben poteva fungere da antenna per l’apparato ricevente. Invece, l’antenna originale in dotazione
    all’apparecchio ricevente era abbastanza voluminosa e, considerando che necessariamente avrebbe
    dovuto essere posizionata all’esterno dell’autovettura, la sua presenza avrebbe dato nell’occhio.
    Nella medesima udienza ha deposto come teste l’Isp. Luigi LIZZOTTI, all’epoca dei fatti in
    servizio alla Polizia Scientifica di Roma.
    Ha riferito di avere partecipato alle indagini tecniche sui frammenti di schede elettroniche prodotte
    dalla “Telcoma”, anche recandosi presso lo stabilimento di quest’ultima, a San Biagio di Callalta in
    provincia di Treviso.

    La scheda in esame faceva parte di un apparecchio ricevitore che, abbinato ad analogo apparecchio
    trasmettitore, consente l’instaurazione di un ponte radio anche della distanza di venti chilometri,
    data la notevole potenza del sistema. Tali apparecchi, da quel che è stato appurato contattando i
    tecnici della “Telcoma”, vengono normalmente impiegati per usi industriali quali comando a
    distanza di apparati elettrici come pompe sommerse, sistemi di allarme, gru; trattandosi di sistemi
    piuttosto sofisticati e ad alta affidabilità, il loro costo è piuttosto alto, nell’ordine dei due milioni di
    lire per ogni coppia di apparecchi trasmittente-ricevente.
    La particolare affidabilità del sistema è data dalla possibilità di stabilire preventivamente un codice
    – scelto tra 1024 combinazioni differenti – impostandolo sia nell’apparecchio trasmittente che in
    quello ricevente, in modo tale che quest’ultimo si attivi unicamente con l’invio del segnale
    codificato dall’apparecchio trasmittente, così escludendo la possibilità di interferenze; nell’impiego
    industriale tali caratteristiche consentono il funzionamento di un apparato trasmittente con diverse
    riceventi, attivate con l’invio dei rispettivi codici prefissati.
    Nelle condizioni di impiego presenti in via D’Amelio e per gli scopi avuti di mira dagli attentatori,
    tali caratteristiche invece tornavano utili per escludere del tutto l’incidenza di interferenze radio
    eventualmente presenti nell’ambiente, evitando così il rischio di un’attivazione indesiderata del
    sistema e dunque un innesco involontario dell’ordigno.

    Nella medesima udienza è stato escusso l’ing. Tommaso BOVE, all’epoca dei fatti in servizio
    presso il Gabinetto di Polizia Scientifica di Palermo.
    Il teste ha descritto le caratteristiche tecniche del sistema trasmittente-ricevente cui era appartenuta
    la scheda in questione negli stessi termini già riferiti dal teste LIZZOTTI.
    Ha aggiunto che il ponte radio fra l’apparecchio trasmittente e quello ricevente viene instaurato alla
    frequenza di 445,025 megahertz e che l’apparecchio ricevente ha una tensione di alimentazione di
    12 Volt, che può venire fornita anche dalla batteria di un’autovettura.
    Attraverso gli accertamenti esperiti presso il fabbricante era stata appurata, in linea di massima,
    l’epoca di produzione dell’apparato utilizzato dagli attentatori in via D’Amelio.
    Schede del tipo di quelle rinvenuta sul teatro dell’esplosione erano state prodotte dalla “Telcoma”
    fino agli inizi del 1990: da ciò si è dedotto che l’epoca di produzione è anteriore a tale data. Inoltre,
    uno dei componenti elettronici presenti sulla scheda rinvenuta in via D’Amelio presentava la sigla
    “88-21”, la quale indicava l’epoca di produzione, ossia, la ventunesima settimana dell’anno 1988.
    Quest’ultima data, pertanto, costituisce un altro prezioso punto di riferimento, non potendo l’epoca
    di produzione della scheda essere anteriore a quella di uno dei suoi componenti; peraltro, si deve
    tenere conto che, tra la data di fabbricazione – avvenuta in Giappone - di quel componente e quella
    del suo impiego da parte della “Telcoma” nella confezione della scheda dell’apparecchio in
    questione, era trascorso sicuramente un discreto lasso di tempo.
    Pertanto, ha proseguito il teste, è assai verosimile che l’apparato utilizzato in via D’Amelio fosse
    stato commercializzato dalla “Telcoma” intorno al 1989-1990.
    La commercializzazione di tali apparati da parte della “Telcoma”, salvo sporadiche vendite a
    privati, viene fatta attraverso rivenditori specializzati; il teste ha spiegato che non era stato possibile
    accertare l’epoca di vendita degli apparecchi agli acquirenti finali.
    Nell’udienza dell’11.4.199537 il teste Gianni Giulio VADALA’ – direttore tecnico principale
    chimico del Servizio di Polizia Scientifica – ha riferito di avere partecipato anch’egli agli
    accertamenti compiuti presso la “Telcoma System” sulla scheda trovata in via D’Amelio; rispetto a
    quanto riferito dai testi le cui dichiarazioni sono state già riferite, il VADALA’ ha aggiunto che
    l’ingegnere che aveva progettato il sistema di apparecchi per ponti radio cui la scheda era
    appartenuta escluse che alla scheda in questione fossero state apportate modifiche.
    Nell’udienza del 14.4.1999 il teste VADALA’ ha riferito di avere ricevuto dal Procuratore della
    Repubblica di Caltanissetta il 23.4.1996 l’incarico di esaminare, descrivere e compiere i necessari
    accertamenti su una coppia di telecomandi “Telcoma” rinvenuti il 26.2.1996 in Contrada
    Giambascio, presso San Giuseppe Jato.
    Il teste ha poi sintetizzato la natura degli accertamenti compiuti, anche commentando le foto
    allegate alla relazione che gli sono state esibite durante l’esame.
    Nell’udienza del 22.4.1999 è stato escusso il teste Salvatore LA BARBERA, commissario capo
    della Polizia di Stato.
    Ha riferito in ordine alle caratteristiche tecniche del telecomando “Telcoma” rinvenuto in contrada
    Giambascio di San Giuseppe Jato, nel covo di Giovanni BRUSCA.
    Trattasi di due apparecchi - rispettivamente, trasmittente e ricevente – collegati da ponte radio e
    idonei all’uso industriale, per il governo a distanza di meccanismi di vario tipo, con alta affidabilità
    di impiego.
    Ha poi descritto partitamente le modalità di funzionamento del sistema"


    Qualcuno, che definirei un artista, nel creare, ha fatto ""scuola", e gli ha insegnato ad usare questi apparecchi di uso professionale più precisamente industriali, all'interno dello schema di un suo progetto.
    Vantaggi? Molteplici, leggendo l'estratto, dalla maggiore portata, alla criptazione del segnale, all'invio multiplo.
    Un apparecchio da due milioni di lire dell'epoca, contro qualche centinaio della soluzione precedente.
    Come potete leggere, poco dopo questi due fatti, Brusca viene beccato con due modelli successivi. Ha imparato, dopo il fallito attentato, perchè qualcuno lo ha istruito. E lo ha fatto una mente raffinata. Direi la numero uno in questo campo.

    Anche perchè in tutta franchezza, ho difficoltà a credere in un evoluzione creativa autonoma tale che ha portato all'elaborazione di una soluzione di questo tipo in così poco tempo per i soggetti in questione.
    Come Fosforo mi ha fatto notare, la Telcoma ha avuto sede a Fagarè della Battaglia, dove è avvenuto uno degli attentati di Una Bomber: un pennarello abbandonato in riva al fiume...

    www.repubblica.it/online/cronaca/nutelladue/sfida/sfida.html
    https://it.wikipedia.org/wiki/Fagarè_della_Battaglia
    citazione dall'estratto precedente
    - dalla “Telcoma”, anche recandosi presso lo stabilimento di quest’ultima, a San Biagio di Callalta in
    provincia di Treviso.
    -
    Fagarè della Battaglia è infatti una porzione di San Biagio di Callalta.

    CITAZIONE (JimMorrison84 @ 19/6/2020, 10:14) 
    Aggiungo, che non mi stupirei di scoprire, che nelle attività ufficiali di Joe, tra gli anni '80 e '90 siano esistite circostanze, in cui possano essere state impiegate queste apparecchiature della Telcoma in grado di creare ponti radio di Km e "idonee all’uso industriale, per il governo a distanza di meccanismi di vario tipo ( come comando a
    distanza di apparati elettrici come pompe sommerse, sistemi di allarme, gru) , con alta affidabilità di impiego
    ."
    Ipotizzo sia esistita questa circostanza, in cui il nostro ha scoperto l'arrivo di queste meraviglie della tecnologia (spesso pensate per scopi opposti) e le ha inserite nel progetto di una sua nuova macchina di morte (come l'ha definita nelle stesse lettere di Zodiac).
    Chissà se la pompa sommersa addetta al sistema di irrigazione di un'enorme struttura come quella di cui è stato guardiano, era comandata dalle stesse apparecchiature.

    Riporto i link degli articoli sull'ombra americana sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio:

    www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/1...enzano/5570362/

    www.antimafiaduemila.com/home/mafie...tati-uniti.html

    Trovo particolarmente significativo questo passaggio:

    "Nel '92 ho conosciuto un esperto di esplosivi a casa di Aldo Ercolano (capomafia catanese ndr) che mi disse: 'oggi hai conosciuto uno importante' - ha raccontato il pentito - Era poco più alto di 1.80, robusto, capelli scuri. Vestiva elegante. Mi dicevano che era venuto per dirci come si preparava un esplosivo. Aveva la parlata tipica dell'italo americano. Mi fu presentato come appartenente alla famiglia mafiosa americana di John Gotti. Ci disse come funzionava questo esplosivo potentissimo, come piazzarlo, come ottenere le frequenze giuste e l'utilizzo del detonatore. Mi fu presentato perché doveva partecipare alla strage di Capaci".

    Inutile dire, che ritengo che a questo capo mandamento sia stata detta questa cazzata per digerire bene il tutto "Mi fu presentato come appartenente alla famiglia mafiosa americana di John Gotti. "

    Edited by JimMorrison84 - 27/6/2020, 17:04
     
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187 replies since 19/6/2020, 09:47   10620 views
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